Hyper-V come host su Linux è già una realtà

Con l’introduzione del kernel Linux 6.15, sono stati apportati cambiamenti significativi che permettono a Linux di funzionare come ambiente root (Dom0) per Hyper-V, l’hypervisor di Microsoft. Questo sviluppo consente a Linux di gestire direttamente l’hypervisor, amministrare le risorse, avviare sistemi guest e facilitare la comunicazione tra macchine virtuali e hardware fisico.
In precedenza, l’implementazione di Hyper-V su Linux utilizzava un approccio differente per configurare i sottosistemi e gestire le hypercall. Ora, il codice per mappare le interruzioni tramite IOMMU è stato riscritto seguendo una logica simile a quella utilizzata nel supporto per Xen su Linux, poiché entrambi gli hypervisor condividono un’architettura basata su un ambiente root privilegiato per l’amministrazione del sistema.
Il supporto per Hyper-V come host su Linux era stato inizialmente introdotto nel 2020, ma era disponibile solo tramite patch specifiche utilizzate da Microsoft nella sua distribuzione Azure Linux e nella sua infrastruttura cloud. L’inclusione di questo supporto nel kernel principale di Linux permette ora a qualsiasi progetto di terze parti di sfruttare questa funzionalità senza necessità di modifiche aggiuntive.
Questo sviluppo riflette la crescente predominanza di Linux negli ambienti di virtualizzazione di Microsoft. Dal 2018, il numero di sistemi guest Linux su Azure ha superato quelli Windows, spingendo l’azienda a ottimizzare la propria infrastruttura per questa tendenza.
Oltre a queste innovazioni, il kernel Linux 6.15 introduce miglioramenti nel sottosistema di rete, tra cui ottimizzazioni delle prestazioni per TCP e UDP, supporto per MCTP su USB e accesso ai moduli SFP tramite SMBus. Questi aggiornamenti mirano a migliorare l’efficienza e la compatibilità del sistema operativo con diverse tecnologie hardware e protocolli di comunicazione.
In sintesi, l’integrazione di Hyper-V come host su Linux rappresenta un passo significativo verso una maggiore flessibilità e interoperabilità nei sistemi di virtualizzazione, offrendo nuove opportunità per l’amministrazione e l’ottimizzazione delle risorse nei data center e nelle infrastrutture cloud.